La Nino…

Dalla Trattoria di Lapi situata a Firenze sull’angolo di un vicolo che sbocca nella piazza Antinori, era facile udire nella notte la voce aspra di Vannicola che cantava in coro la canzonetta tedesca ” Puppechen ” allora di gran voga. Nei locali sotterranei conveniva una clientele internazionale quanto mai disparata per usi e costumi; nottambuli viziosi, vetturini, milionari russi, pittori, poeti, musicisti, donne di malaffare, signore della aristocrazia accompagnate da rassegnati mariti.

Eppoi giovani perdinotte che si contentavano di curiosare per pochi minuti non avendo la possibilità di concedersi il lusso di una magnifica e sugosa bistecca ai ferri e di una bottiglia di spumante. In una piccola platea situata nel centro della sala fra le tavole, alcuni ballerini occasionali si abbandonavano ogni tanto ai contorcimenti esotici di moda, accompagnati al pianoforte, magari dal musicista Giannotto Bastianelli, oppure da qualsiasi estroso cliente un poco eccitato dal vino.

Vannicola era spesso in compagnia della Nino, una russa georgiana assai bella, alta, flessuosa, che quasi sempre all’improvviso ballava d’impeto sulla pedana e slacciatesi le poche vesti ballava completamente nuda fra la muta ammirazione di tutti: antesignana geniale del rammollito ” spogliarello ” odierno. Anche il pianoforte taceva. Quando la Nino ballava, Vannicola appariva rapito in estasi.

Faceva ogni sforzo per raddrizzare la sua magnifica testa precocemente canuta e che l’artrite gli aveva ripiegato sul petto, e con gli occhi chiusi mormorava qualche paradosso estetico all’orecchio dell’amico Arturo Reghini, matematico e occultista di statura gigantesca, ma con la voce bianca tra quella dell’angiolo inesperto e del neonato.

Ricordato l’interessamento del Papini, che « non potendo provvedere da solo né con l’aiuto di altri a ricoverare Vannicola in una Casa di cura, riuscì a farlo assumere come segretario della Colonia Arnaldi ad Uscio, Alberto Viviani racconta anche la ” fuga ” da Uscio e le impressioni di Vannicola su quel soggiorno considerato una specie di colonia… penale: « E se qualcuno gli chiedeva notizie del suo soggiorno ad Uscio, sogghignava senza rispondere ordinando risentito un assenzio…

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